Demografia e Sviluppo

Le proiezioni demografiche della Sardegna elaborate dall’European Spatial Planning Observation Network (secondo cui nel 2013 l’età media della popolazione sarda sarà intorno a 55 anni, per raggiungere la media di 60 anni nel 2030, con una crescita demografica di -2, collocandosi all’ultimo posto non solo in Italia ma anche in Europa), confermano che la Sardegna di domani sarà una delle regioni più vecchie . Purtroppo i mutamenti sociali e territoriali che caratterizzano l’attuale spopolamento delle aree rurali, e l’invecchiamento della popolazione aumenta il malessere sociale.

Il progresso ha innalzato l’età della popolazione mondiale risolvendo molti problemi di natura medico-scientifica che in passato impedivano una crescita armonica ed appagante. Tutto ciò però non ha certo migliorato le relazioni sotto l’aspetto umano della sensibilizzazione nei confronti altrui.

Lo sviluppo vertiginoso dei media sta modificando profondamente comportamenti e abitudini, creando una società con deboli legami sociali. Negli anni il benessere ha portato nelle famiglie ad un generalizzato”distacco” tra i parenti stretti. I rapporti interpersonali e parentali sembrano diventati secondari ad altri impegni quotidiani. Attualmente, rispetto ad anni passati, la qualità della vita socio-assistenziale per le persone appartenenti alla così detta”terza età”, disabili, etc, non è cambiata di molto. In questo settore la parola progresso sembra non esistere. Ancora oggi lo scarso interesse verso gli anziani, le persone non autosufficienti tocca la ”vetta delle classifiche”. Un sottile malessere inoltre pervade queste persone che si isolano in se stesse, preferendo vivere in solitudine e dignità la loro condizione. Non vogliono essere di peso per i figli e desiderano mantenere la loro autonomia. La situazione a ”vortice” venutasi a creare per i motivi sopra descritti, non rende serena e agevole la quotidianità di codeste persone che, gioco forza, si devono adeguare a tutte le strumentazioni digitali e sviluppi tecnologici ormai entrati a far parte della nostra vita, adeguamento reso ancora più difficile dalle precarie condizioni fisiche dovute all’età o a problemi di salute.


da "La Nuova Sardegna", 28 febbraio 2008